Luca Madonia è il primo dei componenti dei Denovo a pubblicare un lavoro dopo lo scioglimento del gruppo, avvenuto nel 1990.
Trainato da un bel pezzo quale "Solo come pare a te", nel 1991 esce difatti "Passioni e manie". E' un album nettamente diverso rispetto alla produzione precedente, improntato più alla musica d'autore, con molta attenzione rivolta alla costruzione melodica, che al pop estroso e creativo dei Denovo. Complice del nuovo corso è la produzione di Mauro Paoluzzi (nome illustre che in passato ha prestato la sua opera ad artisti quali Concato, Nannini, Vecchioni, Bertè ed altri), i cui arrangiamenti indirizzano il lavoro verso un ambito musicale più popolare e fruibile. L'album è comunque meritevole di attenzione, come sottolineato dalla critica specializzata, la quale accoglie il prodotto con giudizi lusinghieri.

Il secondo lavoro "Bambolina" esce nel 1993, confermando la tendenza intrapresa con il precedente album: atmosfere melodiche e presa di distanza dalle esperienze del passato. L'insieme, tuttavia, si mostra un po' sottotono rispetto a "Passioni e manie", quasi a segnare una condizione interlocutoria della sua esperienza artistica. Preludio ad una fase di ricerca e reinvenzione della propria identità.

E' ciò che accade con il successivo "Moto Perpetuo" (1994). Luca Madonia incomincia difatti a riannodare i fili con il proprio passato e, soprattutto, con una ritrovata vena creativa. Coadiuvato dal fido Paoluzzi, ritroviamo un autore in forma decisamente smagliante. Si avvertono echi che riportano ai Beatles ("Hotel de l'amour"), a Franco Battiato (artista che appare in veste di autore ed ospite illustre nella ammaliante title track) e, perché no, anche ai trascorsi con i Denovo (di cui reinterpreta "Grida" in chiave swing). Alla superba sequenza iniziale, tuttavia, non corrisponde un'adeguata coerenza nella seconda parte. L'album è comunque gradevole e, in più di un'occasione, mette in evidenza lo spessore artistico di Madonia.


Segue un periodo di stasi, interrotto da vari progetti.
La reunion con i Denovo nel 1997; alcune collaborazioni con altri artisti (Patti Pravo, Kaballà); un tour con i Rossofisso; l'approdo ad una nuova etichetta discografica (Storie di Note), che nel 2000 cura la pubblicazione di un interessante maxi-singolo ("Solo"). Una piccola gemma che ci consegna un Luca Madonia in una dimensione creativa notevole.


Il nuovo album arriva però solo nel 2002 (a ben otto anni di distanza dal precedente), a sottolineare la cura e l'attenzione prodigata nel realizzarlo.
Si intitola "La consuetudine".
E' il lavoro che, finalmente, ci si attendeva da Madonia. Elegante ed intelligente, teso a mettere in pieno risalto le sue doti artistiche. L'artista si riconcilia con il proprio passato, senza tentare inutilmente di inseguirlo, ma reinventandolo alla luce del suo personale percorso musicale. Nel farlo chiama a raccolta amici illustri: Carmen Consoli, Mario Venuti, Franco Battiato. Brani come "La consuetudine" (che verrà anche utilizzato da RadioDue quale sigla del programma radiofonico "Hobo"), "In santità" e "Besame Mucho" sono indici esemplari di questo lavoro dotato di spessore ed indubbio valore. Una menzione particolare va alla produzione di Toni Carbone, capace di donare all'album delle sonorità fresche, accattivanti ma mai invadenti.

Nel 2003 si assiste ad una nuova quanto breve sortita dell'artista catanese con il singolo "5 minuti e poi". Una cover di un vecchio brano di Maurizio Arcieri (recentemente incluso da Battiato nella colonna sonora del film "Perduto amor"), che ben si adatta alle corde vocali di Madonia.

L'anno seguente, curata dallo stesso Madonia, esce l'antologia "L'essenziale" (2004).
Occasione per fare il punto della situazione su una esperienza solista lunga 14 anni.
Una carriera priva di clamori ma che, in maniera discreta, ha disseminato sul suo percorso piccole gemme le quali, raccolte in questa occasione, creano un quadro di insieme che colpisce per la sua profondità, evidenziando il valore di un artista che avrebbe meritato di più da un mercato, giorno dopo giorno, sempre più disattento ai prodotti di qualità.


Senza lasciarsi coinvolgere da nuovi progetti musicali in studio, segue un periodo di riflessione artistica. L'attività live, fortunatamente, non viene mai abbandonata.
Nel 2005, ad esempio, è tra i protagonisti della 3^ edizione di "O' Scià", rassegna musicale organizzata da Claudio Baglioni a Lampedusa.


Per il nuovo album occorre però aspettare l'aprile del 2006. Un'attesa
piuttosto lunga, come oramai consuetudine, che però ha consentito all'artista catanese di lavorare di cesello.
A ben 4 anni di distanza dal precedente album di inediti esce, infatti,
"Vulnerabile".
Registrato tra Roma e la Toscana, l'album vede alla produzione le mani esperte di Fabrizio Federighi (vecchio amico di Luca, a suo tempo al timone della Kindergarten Records) e Rolando D’Angeli (collaboratore di artisti di successo quali Nek, Giorgia, Umberto Tozzi, Amedeo Minghi e Michele Zarrillo).
Le 10 tracce che compongono l'opera, tra cui una cover dei Moody Blues, si pregiano tra l'altro della collaborazione di Tony Carbone e di Franco Battiato. Quest'ultimo, a confermare l'affinità artistica e vocale tra i due autori, ancora una volta ospite in un pezzo di Madonia. Il brano in questione è l'elegante "Quello che non so di te", cui spetta di fare da battistrada al lancio del lavoro.
''Vulnerabile'' conferma, qualora ce ne fosse bisogno, l'eleganza compositiva di Madonia, sospesa tra canzone d'autore e pop (splendide ''Vittima perfetta" e la già citata "Quello che non so di te"), con dei testi (vero punto di forza dell'album) molto più personali che in precedenza, orientati verso una dimensione intima e raccolta, quasi introspettiva, che fotografano al meglio la maturità, oramai consolidata, dell'artista catanese.
Segue la promozione dell'album, la quale porterà Madonia ad esibirsi anche sui palchi di alcune tra le manifestazioni più prestigiose del Paese, come il Festival Pigro 2006 ad Urbino ed il Premio De Andrè a Roma.

Fedele ad un'indole che lo vede molto attento e misurato nelle uscite discografiche (segnale, quest'ultimo, di una cura ed un'attenzione particolare alla qualità piuttosto che alle ragioni del mercato), il successivo lavoro vede la luce nel 2008: "Parole contro parole". 17 tracce. di cui due inedite (tra le quali il singolo "Il vento dell'età" eseguito con Carmen Consoli), che ripercorrono una splendida carriera lunga oltre venticinque anni.
Notevole la scelta di non affidarsi alla solita antologia, ma di rieseguire tutti i brani in presa diretta, adornandoli di un arrangiamento semi acustico che, in più di un caso, arricchisce i pezzi riportandoli ad un nuovo splendore.
E' una cavalcata che, oltre alla carriera solista (fotografata, soprattutto, nella produzione più recente), abbraccia anche l'era Denovo (quattro i brani rievocati), per poi risalire alle origini e sfiorare i maestri di sempre: i Beatles (con una cover di "Blackbird") e Battiato (la cui riproposizione  di "Summer on a solitary beach" conferma , qualora ce ne fosse ancora bisogno, che Madonia ne è l'erede più attendibile e sensibile).

Nel 2011 giunge la gradita notizia della partecipazione di Luca Madonia alla 61ma edizione del festival di Sanremo.
Sanremo 2011Il brano ha come titolo "L'alieno" e si avvale della collaborazione, tanto prestigiosa quanto inconsueta per la kermesse canora, di Franco Battiato (a cui, nella serata dei duetti, si aggiungerà anche l'amica Carmen Consoli).
Un pezzo costruito su diversi richiami alle sonorità de "La voce del padrone" e che non passa inosservato al grande pubblico, tanto da classificarsi tra i primi sei e da essere protagonista nell'airplay radiofonico.
"L'alieno" funge anche da veicolo promozionale all'album omonimo, il primo di inediti dopo un silenzio lungo cinque anni. Lo compongono soltanto sette tracce, scelte tuttavia con la consueta cura e sensibilità. Spiccano una nuova dersione de "Il vento dell'età", in duetto con Carmen Consoli, e una splendida cover di "La notte dell'addio" di Iva Zanicchi. In cabina di regia, ancora una volta, il fido Fabrizio Federighi a consolidare una linea di continuità con i lavori precedenti.

     

 

 

 

 

testo © Riccardo Renda